Le stelle di sotto – Uno Gnomo chiamato Cucuzzolo
LE STELLE DI SOTTO
Uno Gnomo chiamato Cucuzzolo
Testo e regia Tiziana Lucattini
collaborazione artistica Fabio Traversa
con Alessandro Garramone e Fabio Traversa
Musica dal vivo Alessandro Garramone
Scene Francesco Persico e Luisa Frattarelli
Costumi Antonia Dilorenzo
Luci e fonica Chiara Saiella
Foto di scena Patrizia Lucattini
IIlustrazione e grafica Orsola Damiani
Grazie a Chiara Saiella per aver giocato con noi
Organizzazione e promozione Serena Amidani – Paola Meda
Spettacolo concerto per bambini, che racconta di Cucuzzolo, uno gnomo “speciale”. Cucuzzolo non vuole fare la vita dei suoi fratelli che lavorano in miniera come da sempre fanno gnomi e nani. Raccogliere pietre preziose, pulirle, contarle, catalogarle, tornare a casa, mangiare, bere e dormire per ricominciare il giorno dopo. La vita è tutta così. Vissuta sotto terra. A testa in giù. Lavorando, lavorando e accumulando. Le pietre preziose sono belle, brillano come stelle, ma stanno sotto terra, a lui piace invece guardare le stelle vere, quelle di sopra, quelle libere, già pulite e brillanti. A lui piace cantare, chissà forse anche suonare. Decide così di scappare. Ma ha paura di essere riacciuffato, vede nemici dappertutto. E poi c’è Alessandro, un musicista che si è licenziato dal posto di lavoro rinunciando alla sicurezza di un posto fisso.
Una sera si incontrano e inaspettatamente “si riconoscono”.
Note dell’autrice
Lo spettacolo ribalta la percezione che abbiamo di nani e gnomi, più che altro da quanto ci arriva dalla fiaba di Biancaneve e i 7 nani, esseri magici contenti della loro vita giù in miniera tutti dediti a scavare e raccogliere pietre preziose, le “stelle di sotto” come dice il titolo. Così ci siamo chiesti: ma i 7 nani, i vari Dotto, Cucciolo, Brontolo etc. che ci facevano con tutte le pietre che trovavano? Da qui abbiamo preso spunto per “giocare” con questi esseri magici, ed abbiamo immaginato uno gnomo “venuto male” come dirà lui nella storia, uno gnomo alto, che si vergogna della sua diversità, che non solo sta scomodo in miniera nei cunicoli scavati dai suoi fratelli gnomi su loro misura, ma che non ama questo lavoro, non ama stare sotto terra a scavare raccogliere e ammucchiare pietre. Pur sentendosi il disonore del popolo dei boschi prova ad assecondare la sua natura che lo porta a guardare in su, verso le stelle, “le pietre di sopra” così belle e brillanti senza doverle lucidare. E fugge. Incontra, anzi piomba nella vita di un “umano”, Alessandro, un musicista, che in fondo ha avuto lo stesso suo problema, un lavoro che non gli piaceva, una passione – la musica, la chitarra – a cui non vuole rinunciare. Anche lui “è fuggito” cioè si è licenziato e persegue la sua passione, quel giorno sta a teatro per fare un concerto con la sua amata chitarra. Il nostro gnomo, invece, si sente inseguito dai suoi fratelli, e starebbe per rinunciare e per ritornare nei ranghi. Ma è proprio l’incontro con Alessandro che lo spinge a perseguire quello che ama, vivere a contatto con la natura, e non sottoterra ad accumulare, e perché no, anche a cantare, cantare, cantare ma non per inneggiare al lavoro, o meglio ad un lavoro che lo mortifica, ma alla vita. I due accomunati dalla voglia di riscrivere un altro finale per le loro storie – “ogni storia è possibile” – e di scegliere il proprio futuro, si predispongono a suonare e cantare insieme. Da un mondo buio, “a rivedere le stelle”.
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